Il marketing non è pubblicità

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Facile dire ‘ora mi faccio un piano marketing’ o ‘mi faccio fare un piano marketing’. Non è mica detto che sia il trampolino per una start up o la salvezza di un’azienda in difficoltà. Eppure di questo termine si abusa, come se fosse qualcosa di semplice, da affidare ad altri, anche pagando, il che fa pure cool. Tanto per cominciare il marketing serve per avere una reputazione nel proprio ambito, ma anche e soprattutto per fare economia. Non a caso viene definito un processo sociale e manageriale in cui si riconosce l’intero gruppo di lavoro. Non è dunque semplice promozione o pubblicità come alcuni erroneamente pensano, ma è ciò che ‘economicamente’ sintetizza la nostra filosofia esistenziale e aziendale.

Quando dunque è efficace il marketing? Quando riesce a coniugare risparmio, visibilità, vendita. Non ci sono modelli standard, un’agenzia di consulenza web dovrà fare un piano diverso da un Grand Hotel e servirsi di strumenti e risorse differenti. Anche perché differenti sono i destinatari, che in comune hanno solo un bisogno o un desiderio che deve essere intercettato e sviluppato e si traduce in un acquisto.  Sembra una ovvietà ma non lo è. Poi, da chi farselo fare? Dall’amico che ha sempre un parente che per hobby e passione nei ritagli di tempo si interessa di queste cose? Assolutamente no. Bisogna rivolgersi a professionisti che sappiano misurare presupposti e obiettivi della strategia adottata, fatta di ricerca di mercato, capacità di usare il web, i social e tutti i nuovi media. Perché il marketing è un investimento in comunicazione e deve portare clienti, business. Perché a parlare sono i riscontri – a partire dal fatturato e dai giudizi positivi espresse dai clienti – che devono essere oggettivi e quantificabili .

Le domande cui deve rispondere un piano marketing sono due:

  1. quale è il nostro mercato e quali sono i nostri clienti?
  2. per quale motivo devono rivolgersi a noi?.

Ed ecco allora che il marketing è quello che forgia l’immagine che vogliamo dare di noi e della nostra azienda, che deve essere quanto più vicina possibile alla realtà, così da  suscitare identificazione e complicità.

In una parola, credibilità.

Massimo Boraso