Il sito non deve essere solo bello

“Ecco, qui trova tutti i miei contatti”.

Quante volte, incontrando persone ad eventi, ci si scambia il biglietto da visita nella prospettiva di allacciare relazioni professionali. Poi vai a vedere il sito e ad aprirsi ci mette 30 secondi a caricarlo. Questo è un esempio, neppure forzato perché succede spesso anche per grandi realtà. E così ti ‘scontri’ con siti inutili. Più spesso vecchi, perché si visualizzano bene su un pc, magari a 18 pollici, ma malissimo se provi ad accedere da uno smart phone o da un ipad. Ecco che già non ‘rende’. Nel senso che non lo vedi bene, non riesci a navigare. Alias, ti innervosisci e lasci perdere e a quel potenziale ‘contatto’ non pensi più. Se come me vivi in questo mondo, dove l’aggiornamento continuo è il must, ti dici che quel ‘vecchio’ stride. Sì, perché magari uno ha il sito più bello del mondo, ma se lo ha fatto 5 o 3 anni fa, è vecchio, non scappi. Il massimo è quando ti dicono con orgoglio «me lo ha fatto uno dei migliori grafici sulla piazza…».

E allora? Il sito non deve essere bello nel senso esclusivamente estetico, del design, deve prima di tutto essere funzionale, intuitivo, veloce, immediato. Questa è la sua bellezza. Rimane il fatto che oggi, anzi ancor oggi, il 98% dei siti sono realizzati da agenzie di grafica e software house, non progettati nell’ottica della conversione all’obiettivo. E per verificare quanto dico, basta aprire gli analytics e controllare il flusso dei visitatori, la loro permanenza e i loro comportamenti.

Sono molti che non sanno neppure dell’esistenza degli analytics e della loro fondamentale importanza. Una volta pubblicato il sito nasce l’esigenza di misurare i risultati e il ritorno dell’investimento e questi report servono a quello! Sfugge loro che si devono fissare obiettivi che si traducono in conversioni, che possono addirittura essere monetarie, e alzare il livello del sito, così da conoscere l’importanza che ha per la propria attività.  Non sanno che esistono rapporti sui visitatori, sul traffico, sulla ricerca, sugli eventi. Non sanno che la conversione all’obiettivo è lo strumento principe per comprendere se il proprio sito raggiunge e soddisfa le aspettative di business. Non sanno che è possibile addirittura comprendere in che misura i propri canali interagiscono tra loro. Non sanno che ogni realtà ha esigenze diverse e forse chi fa loro il sito non ne tiene conto.

Chi pratica l’e-commerce, ad esempio, dovrà concentrarsi sui prodotti venduti in rapporto agli accessi, sulle aree geografiche da cui provengono gli acquisti, sulla tipologia di utente etc.  E così incontri pure chi ti dice sconsolato, «io il sito l’ho fatto ma non ho aumentato i contatti». Ma il sito è la tua faccia e all’utente deve lasciare un ricordo e la voglia di tornarci, se non addirittura imitarti! Attraverso il sito i potenziali clienti comprendono la forza dell’azienda, un sito che non comunica e che non si presenta in modo adeguato finirà con indebolire l’immagine e allontanare definitivamente le persone interessate.

Massimo Boraso